Grazie all’invito di Habitat Secretariat, qualche settimana fa siamo volati al centro del continente americano per partecipare alla storica conferenza Habitat III nella ridente Quito, nel bel mezzo dell’Ecuador a 2.850 metri sul livello del mare.
La città, fondata dai conquistadores spagnoli, patrimonio dell’UNESCO dal 1978 e oggi megalopoli con circa tre milioni di abitanti, ha ospitato i delegati di più di 150 nazioni e uno stuolo di migliaia di partecipanti per discutere come progettare il futuro delle città.
Obiettivo dell’ONU portare i delegati alla firma della New Urban Agenda, obiettivo dei delegati e dei partecipanti capire come fare (e con quali risorse) a sviluppare politiche votate alla sostenibilità, resilienza, inclusività e non solo, in ambito urbano.
Protagonisti indiscussi (le loro conferenze erano quelle in cui era più difficile trovare posto) i sindaci, esponenti dei governi locali e grassroots leaders che hanno condiviso il proprio percorso, i propri errori e i propri successi.
Durante i sei giorni di Habitat III abbiamo avuto la fortuna di incrociare Rose Molokoane che in rappresentanza dei poveri del Sud Africa proprio a Quito è stata eletta nuovo presidente della World Urban Campaign, Rainer Kern e Charles Landry che progettano Mannheim attraverso la musica e la creatività, Demos Helsinki, Safecity, Pakhuis de Zwijger, Metropolis e i policy maker che stanno trasformando Taipei nella capitale mondiale del design, Gregory e Simone di Citiscope, Saskia Sassen e Richard Sennett che con Ricky Burdett e Joan Clos stanno lavorando ad un documento post Quito «per ispirare una visione della città più complessa, aperta e incompleta».
Durante il nostro evento, nello splendido Centro Cultural Benjamin Carrion, abbiamo offerto una sintesi della nostra ricerca sul service design per le politiche urbane raccontando il processo che ci ha condotto allo sviluppo di tre nostri progetti: MUV, Open Tour e Street art Factory.
Di ritorno dall’Ecuador abbiamo subito ripreso i contatti con le persone incontrate e iniziato a pianificare future collaborazioni per nuovi progetti internazionali. Con la speranza di poter divulgare e sostenere attivamente la New Urban Agenda dalla Sicilia ci auguriamo di essere presenti anche al prossimo appuntamento di Habitat IV, tra vent’anni, con nuove soluzioni per le città e i cittadini.
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